Presenze dei dipendenti rilevate grazie alle impronte digitali: sanzionata una società sportiva

Illegittimo il ricorso, da parte del datore di lavoro, ad un sistema di rilevazione delle impronte digitali per accertare la presenza dei dipendenti. A finire nel mirino del Garante per la protezione dei dati personali è stata una società sportiva, sanzionata con una multa di 20.000 euro. Il trattamento di dati biometrici sul posto di lavoro è consentito, precisa il Garante, solo se necessario per adempiere gli obblighi ed esercitare i diritti del datore di lavoro previsti da una disposizione normativa e con adeguate garanzie, non, semplicemente, per accertare la presenza dei dipendenti in sede. A sollevare il caso è stata un’organizzazione sindacale, che ha lamentato l’introduzione del sistema biometrico da parte della società, nonostante la richiesta, da parte dello stesso sindacato, di adottare mezzi di rilevazione meno invasivi. Nel corso dell’istruttoria e degli accertamenti ispettivi, effettuati dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, è emerso che la società aveva effettuato, per quasi quattro anni, la rilevazione delle impronte digitali dei centotrentadue dipendenti, e ciò senza un’adeguata base normativa, trattando così per scopi di ordinaria gestione -nello specifico, consentire maggiore velocità e snellezza dell’attività di rilevazione delle presenze – una tipologia di dati protetta con particolari garanzie. Per chiudere il cerchio, infine, viene sottolineato che la società aveva fornito ai lavoratori informazioni del tutto carenti sulle caratteristiche dei trattamenti biometrici. (Ordinanza del 10 novembre 2022 del Garante per la protezione dei dati personali)