Intelligenza artificiale per stabilire la priorità delle prestazioni richieste al medico di famiglia: il Garante chiede chiarimenti alla Regione Veneto

Ci si trova di fronte ad un possibile trattamento su larga scala di dati particolarmente delicati, come quelli sulla salute, e riguardanti, peraltro, un numero rilevante di pazienti

Intelligenza artificiale per stabilire la priorità delle prestazioni richieste al medico di famiglia: il Garante chiede chiarimenti alla Regione Veneto

Il Garante per la protezione dei dati personali ha bussato metaforicamente alla porta della Regione Veneto, chiedendo informazioni chiare per poter verificare la conformità alla normativa in materia di privacy di una delibera con cui si prevede che non siano più i medici di medicina generale a scegliere la classe di priorità della prestazione richiesta per il paziente ma un sistema basato sull’intelligenza artificiale. Tradotto in soldoni, alla luce della delibera regionale, sarebbe un algoritmo a stabilire i tempi di attesa per le prestazioni prescritte dal medico. Dal Garante sottolineano che ci si trova di fronte ad un possibile trattamento su larga scala di dati particolarmente delicati, come quelli sulla salute, e riguardanti, peraltro, un numero rilevante di pazienti. Proprio per questo, quindi, il Garante ha deciso di avviare un’istruttoria. Ora la Regione Veneto avrà a disposizione venti giorni per comunicare ogni elemento utile alla valutazione del caso, precisando in particolare se l’attribuzione della classe di priorità delle prestazioni sanitarie (urgente, breve, differita, programmata) sia realmente effettuata in forma automatizzata, cioè attraverso algoritmi, e se davvero l’indicazione della classe di priorità non sarebbe, poi, modificabile dal medico. Inoltre, la Regione Veneto dovrà indicare la norma giuridica alla base del trattamento, la tipologia di algoritmo utilizzato, i ‘data base’ e i tipi di informazioni e documenti clinici destinati ad essere trattati, e dovrà inoltre specificare le modalità utilizzate per informare gli assistiti dell’iniziativa e indicare il numero di pazienti coinvolti dal trattamento. (Comunicato del 18 gennaio 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)

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