Servizi ‘cloud’ per il settore pubblico: occhio al rispetto della privacy
Relazione del Comitato europeo per la protezione dei dati. Dal contesto italiano è emersa una generale mancanza di consapevolezza sulla delicata materia
Privacy pilastro fondamentale per l’uso dei servizi ‘cloud’ da parte del settore pubblico. Questa la netta posizione assunta dal Comitato europeo per la protezione dei dati a chiusura di una relazione ad hoc, relazione frutto dell’attività di ventidue Autorità privacy europee che hanno avviato indagini coordinate sull’utilizzo del ‘cloud’ nelle amministrazioni pubbliche, interpellando anche un centinaio di enti, attivi in settori cruciali come sanità, fisco e istruzione. Il Comitato ha sottolineato, nella relazione, la necessità per gli enti pubblici di agire nel pieno rispetto del ‘Regolamento generale per la protezione dei dati’, fornendo alle pubbliche amministrazioni una serie di raccomandazioni, a cominciare dalla rinegoziazione dei contratti ‘cloud’ con il coinvolgimento del responsabile della protezione dati. All’indagine ha partecipato anche il Garante per la privacy italiano. Ebbene, dal contesto italiano è emersa una generale mancanza di consapevolezza sui trasferimenti verso Paesi terzi e sulle richieste di accesso ai dati conservati nello spazio economico europeo da parte di autorità pubbliche di Paesi terzi, oltre che sull’eventuale ulteriore trattamento dei dati realizzato dai fornitori di servizi ‘cloud’ tramite la telemetria utilizzata per monitorare il funzionamento dell’infrastruttura. (Comunicato del 21 febbraio 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)