Sanzioni disciplinari per la lavoratrice accusata di insufficiente rendimento: legittima la sua richiesta di accedere agli atti dell’appalto

Decisiva la sottolineatura che ella ha intenzione di dimostrare l’eccessivo carico sopportato e non sostenibile con le risorse impiegate e con l’orario di lavoro

Sanzioni disciplinari per la lavoratrice accusata di insufficiente rendimento: legittima la sua richiesta di accedere agli atti dell’appalto

Se la dipendente di un’impresa aggiudicataria di un appalto pubblico ha subito disciplinari per insufficiente rendimento, ella ha il diritto di accedere agli atti della procedura di gara relativa all’appalto per potere dimostrare di avere dovuto sostenere un eccessivo carico di lavoro. Chiaro il contesto della vicenda: una società è risultata aggiudicataria di una gara per l’affidamento del servizio di pulizia e di igiene ambientale di una Università. Una delle lavoratrici impiegate come addette alle attività di pulizia dei locali è stata assunta nella mansione di operaia pulitrice con contratto di lavoro part time e ha ricevuto ben tre lettere di contestazione disciplinare conclusesi con l’applicazione di sanzioni conservative, con le quali le viene addebitata una insufficiente attività di pulizia e igienizzazione dei locali, delle superfici e degli arredi presenti nell’edificio. Legittima, secondo i giudici, la richiesta che la lavoratrice, intenzionata ad agire in giudizio al fine di contestare le sanzioni disciplinari, ha formulato nei confronti dell’Università per acquisire materiale probatorio relativo all’appalto per dimostrare l’eccessivo carico di lavoro non sostenibile con le risorse impiegate e con l’orario di lavoro. (Sentenza 6 del 10 gennaio 2023 del Tribunale amministrativo regionale dell’Abruzzo)

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