Ricerca e salvataggio in mare di imbarcazioni di migranti: niente accesso alla relativa documentazione

Respinta l’istanza avanzata da uno straniero e mirata ad intentare un’azione di risarcimento danni nei confronti dello Stato italiano

Ricerca e salvataggio in mare di imbarcazioni di migranti: niente accesso alla relativa documentazione

Non accoglibile l’istanza di accesso difensivo alla documentazione inerente alle operazioni di ricerca e salvataggio in mare di imbarcazioni di migranti, con specifico riferimento alla corrispondenza intercorsa in un determinato giorno con il centro di coordinamento del soccorso in mare (brogliacci delle conversazioni, registrazioni telefoniche, email e fax ricevuti ed inviati), istanza motivata da un immigrato con la necessità di reperire documenti utili per intentare un’azione di risarcimento danni nei confronti dello Stato italiano e fondata sull’assunto che, essendo intervenuta una motovedetta libica che ha riportato i naufraghi in Libia, è possibile desumere che le autorità italiane abbiano avvisato le autorità libiche, ma senza che vi sia certezza di quest’ultima circostanza. Allo stesso tempo, è ritenuto legittimo anche il diniego dell’istanza di accesso civico generalizzato alla documentazione ed alle informazioni inerenti le operazioni di ricerca e salvataggio in mare di imbarcazioni di migranti, con specifico riferimento alle richieste di soccorso pervenute in un determinato giorno al competente centro di coordinamento del soccorso in mare, in considerazione del fatto che l’ostensione, consentendo a chiunque di conoscere il modus operandi dell’attività militare di contrasto dei trafficanti di esseri umani, ne pregiudicherebbe il risultato, oltre che comportare un pregiudizio concreto alle relazioni internazionali con i Paesi con i quali l’Italia ha stipulato accordi in materia. (Sentenza 5607 del 3 aprile 2023 del Tribunale amministrativo regionale del Lazio)  

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