Responsabile protezione dati: ‘dimenticanze’ degli enti locali
Primi risultati dell’indagine del Garante per verificare il rispetto dell’obbligo di comunicazione dei dati di contatto del Responsabile della protezione dei dati
Enti locali sotto accusa. Il ‘Garante per la privacy’ ha dato il via a una indagine sui cosiddetti ‘Responsabili protezione dati’ e ha già avuto modo di riscontrare diverse violazioni nella comunicazione dei dati di contatto. Obiettivo dell’indagine avviata nei confronti di grandi enti locali è verificare, difatti, il rispetto dell’obbligo di comunicazione dei dati di contatto del ‘Responsabile della protezione dei dati’. Tale attività di controllo interessa enti di grandi dimensioni che effettuano trattamenti di dati personali rilevanti per qualità e quantità ed è volta all’adozione di specifici interventi. Difatti, il ‘Garante’ ha avviato, nei confronti di alcuni enti inadempienti, appositi procedimenti volti all’adozione di provvedimenti correttivi e sanzionatori. Dal ‘Garante’ annunciano poi che in futuro le stesse verifiche potranno essere estese anche agli enti locali più piccoli e ad altri soggetti pubblici. E proprio in questa prospettiva viene ribadito che, per essere in linea con il regolamento comunitario, quando il trattamento dei dati personali è effettuato da soggetti pubblici, come, ad esempio, amministrazioni dello Stato, Regioni, Province, Comuni e Aziende del Servizio sanitario nazionale, i titolari e i responsabili del trattamento sono obbligati a designare un ‘Responsabile protezione dati’ e a comunicarne i dati di contatto al ‘Garante’ attraverso l’apposita procedura online. Tale disposizione mira a garantire che il ‘Garante’ possa contattare il ‘Responsabile protezione dati’ in modo facile e diretto, dato che tra i suoi compiti c’è anche quello di fungere da punto di riferimento fra il soggetto pubblico e il ‘Garante’. (Comunicato del 26 maggio 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)