Post trapianto fatale a una donna: il vedovo può ottenere la documentazione relativa ai farmaci somministrati alla moglie
Istanza legittima, secondo i giudici, poiché mirata a verificare l’adeguatezza delle cure praticate in ospedale alla donna
Sacrosanta, e da accogliere, l’istanza con cui il vedovo di una donna, deceduta a seguito di un ricovero ospedaliero, richiede alla ‘Agenzia italiana del farmaco’ la documentazione relativa all’autorizzazione alla messa in commercio dei farmaci somministrati a sua moglie in ospedale onde poter verificare l’adeguatezza delle cure a lei praticate. Questa la posizione assunta dai giudici, chiamati a prendere in esame una delicata vicenda, originata dal decesso di una donna, morta in ospedale a causa della reazione avversa dopo avere subito un trapianto. Il vedovo ha chiarito avere presentato l’istanza all’‘AIFA’ per verificare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle cure erogate alla moglie dalla struttura ospedaliera in cui lei era stata ricoverata per il trapianto. A legittimare la richiesta avanzata dall’uomo è la sottolineatura che il diritto di accesso ai documenti amministrativi consente ai cittadini di orientare i propri comportamenti sul piano sostanziale per curare o difendere i loro interessi giuridici, con la conseguenza che esso può essere esercitato in connessione a un interesse giuridicamente rilevante, anche quando non è ancora stato attivato un giudizio nel corso del quale potranno essere utilizzati gli atti così acquisiti. (Sentenza 4684 del 17 marzo 2023 del Tribunale amministrativo regionale del Lazio)