Multe per quotidiano e siti di informazione per avere pubblicato i dati personali di due minorenni
Richiamate le regole che impongono che i giornalisti, pur in presenza di fatti di interesse pubblico, si astengano dal diffondere dati personali e dettagli eccedenti che rendano i minori identificabili, in particolare in caso di decesso per malattia
Sanzioni pecuniarie del Garante per la privacy nei confronti di un quotidiano e due siti di informazione che hanno pubblicato illecitamente dati personali e dettagli di un bambino e di una ragazza, ancora minorenne, coinvolti in due diversi episodi di cronaca. A sollecitare il Garante sono stati i rispettivi genitori dei due minorenni. Per legittimare i provvedimenti adottati, comunque, il Garante ha ribadito che i giornalisti nella loro attività sono tenuti al rispetto delle regole deontologiche e della nuova Carta di Treviso, che prevedono tutele e garanzie rafforzate per i più piccoli. Tali regole impongono che i giornalisti, pur in presenza di fatti di interesse pubblico, si astengano dal diffondere dati personali e dettagli eccedenti che rendano i minori identificabili, in particolare in caso di decesso per malattia. Nello specifico, in un episodio il quotidiano aveva pubblicato, sia nella versione cartacea che in quella online, due articoli che riportavano una eccessiva quantità di dati, ossia le generalità del bambino deceduto, la presunta patologia da cui era affetto e la foto della bara, i dati identificativi (nome e cognome, professione, residenza) del papà e della mamma, e, infine, il nome e l’età della sorellina più piccola. In un secondo episodio, invece, un quotidiano online aveva pubblicato un articolo, con titolo dal taglio negativo, contenente due fotografie e un video realizzato da un giornalista che ritraevano una minore ad un raduno non autorizzato interrotto dall’arrivo della polizia. Le riprese video erano state effettuate da una distanza che consentiva l’identificazione delle persone presenti, nonostante i loro tentativi di non essere riconosciuti. Il video era stato pubblicato anche sul canale YouTube dell’editore della testata. (Provvedimenti dell’8 giugno 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)