I ‘Garanti per la privacy’ chiedono di tenere conto dell’uomo
Sì all’uso dell’intelligenza artificiale ma tenendo sempre conto dell’uomo. Questo l’appello lanciato dai ‘Garanti per la privacy’ di tutto il mondo
L’appello dei ‘Garanti per la privacy’ è stato sintetizzato in una risoluzione sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, approvata in occasione della ‘Global privacy assembly’ tenutasi tra il 15 e il 20 ottobre scorsi ad Hamilton, capitale delle Bermuda, e che riunisce a livello mondiale i ‘Garanti’ dei vari Paesi. Nello specifico, il documento chiede di garantire un uso dei sistemi di intelligenza artificiale incentrato sull'uomo, partendo dal reclutamento dei candidati alla stipula del contratto, fino al monitoraggio dei dipendenti. Visto il potenziale impatto sulla vita personale e professionale dei lavoratori, lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale deve infatti avvenire secondo i principi della protezione dei dati by design e by default, cioè con garanzie previste fin dalla progettazione e per impostazione predefinita, che limitino al minimo l’uso dei dati e gli scopi per i quali sono trattati. Anche per il trattamento dei dati personali sono richieste un’adeguata base giuridica e garanzie volte a evitare una sorveglianza sproporzionata rispetto alle finalità , nel rispetto dei principi di necessità , proporzionalità e minimizzazione dei dati. Il documento evidenzia inoltre, come previsto dalla normativa, il diritto di non essere soggetti a una decisione basata esclusivamente o principalmente su mezzi automatizzati, e richiama l’attenzione sul rischio di adottare modelli discriminatori. (Risoluzione del 20 ottobre 2023 della Global privacy assembly)