Gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 in carcere: niente accesso agli atti al soggetto che ha contratto la malattia in servizio

Decisiva la constatazione che l’istanza sottende un interesse meramente personale ed egoistico, non compatibile con le finalità di interesse generale tipiche del diritto di accesso ai documenti amministrativi

Gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 in carcere: niente accesso agli atti al soggetto che ha contratto la malattia in servizio

Va respinta l’istanza di accesso civico generalizzato mirata ad ottenere copia degli atti di gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 all’interno di una casa circondariale e poggiata sul solo presupposto di avere contratto la malattia all’interno della struttura. Questa decisione è basata, spiegano i giudici, sulla constatazione che l’istanza sottende un interesse meramente personale ed egoistico, non compatibile con le finalità di interesse generale tipiche del diritto di accesso ai documenti amministrativi. Inutile, quindi, l’azione giudiziaria rivolta contro il Ministero della Giustizia. I giudici ribadiscono che l’accesso civico generalizzato soddisfa un’esigenza di cittadinanza attiva, incentrata sui doveri inderogabili di solidarietà democratica, di controllo sul funzionamento dei pubblici poteri e di fedeltà alla Repubblica e non su libertà singolari, onde tale accesso non può mai essere egoistico. Quest’ultimo dettaglio è fondamentale perché, osservano i giudici, la richiesta presentata pare precipuamente e dichiaratamente finalizzata alla realizzazione di un interesse meramente personale e poggiata sulla circostanza di aver contratto il Covid-19 a causa del servizio prestato presso la casa circondariale. (Sentenza 207 del 5 gennaio 2023 del Tribunale amministrativo regionale del Lazio)

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