Controllo a distanza dei lavoratori: nuovo stop del Garante

Multata una società rea di aver installato un sistema di allarme la cui attivazione e disattivazione si basava sull’uso delle impronte digitali, un impianto di videosorveglianza e un applicativo per la geolocalizzazione di alcuni lavoratori

Controllo a distanza dei lavoratori: nuovo stop del Garante

Nuovo stop del Garante per la privacy alla possibilità di un controllo a distanza dei lavoratori. Esemplare la multa di 20.000 euro inflitta ad un’azienda colpevole di molteplici alla normativa privacy e allo Statuto dei lavoratori. Il Garante ribadisce, in premessa, che il rispetto della procedura di garanzia prevista dallo ‘Statuto dei lavoratori’ e dal Codice privacy costituisce un requisito essenziale per la correttezza dei trattamenti dei dati personali dei lavoratori in azienda. E proprio ragionando in questa ottica il Garante ha multato una società, rea di aver installato un sistema di allarme la cui attivazione e disattivazione si basava sull’uso delle impronte digitali, un impianto di videosorveglianza e un applicativo per la geolocalizzazione di alcuni lavoratori. In particolare, con riferimento al sistema di videosorveglianza, è stato accertato che esso era in grado di captare, oltre alle riprese delle immagini in diretta, anche i suoni ed effettuare registrazioni, e, addirittura, il legale rappresentante della società aveva sul proprio smartphone un applicativo che gli permetteva di ammonire verbalmente, attraverso le casse dell’impianto presente nello stabile, i dipendenti. È emerso inoltre che l’azienda utilizzava un applicativo che, quand’era in uso, tracciava, tramite GPS, in modo continuativo, la posizione del dipendente nel corso della propria attività, nonché data e ora del rilevamento, determinando così un non consentito controllo del lavoratore. Il trattamento dei dati attraverso il sistema di videosorveglianza e quello di localizzazione erano effettuati senza che i lavoratori avessero ricevuto un’adeguata informativa e fossero state attivate le procedure di garanzia previste dallo ‘Statuto dei lavoratori’ (accordo sindacale o, in alternativa, autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro). Per quanto riguarda la videosorveglianza è stata rilevata anche l’assenza di cartelli informativi in loco. (Provvedimento del 1° giugno 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)  

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